Il 2023 continua a registrare le preferenze degli investitori per i bond, proseguendo un trend che si era già visto a partire dalla fine del 2022.
Dopo i dati positivi del primo trimestre, anche nel secondo si conferma, in effetti, un andamento estremamente positivo. Secondo i dati pubblicati da Morningstar, aggiornati a giugno, sui flussi ETF (Exchange Traded Fund), gli investitori europei hanno preferito quelli verso gli obbligazionari, che hanno raggiunto quota 15,9 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 15,1 miliardi del trimestre precedente. Per contro, nello stesso periodo, le strategie azionarie hanno registrato una raccolta di 12,7 miliardi, il 42% in meno dei primi tre mesi dell’anno.
Gli ETF non esauriscono il mercato dei bond, ma sono un indicatore di ciò che accade sul mercato. In Italia, ad esempio, Assoreti ha evidenziato come nel risparmio gestito, per i primi sei mesi dell’anno, titoli di Stato e bond corporate restano le scelte di investimento privilegiate1: 4,3 miliardi la raccolta netta a giugno per i Titoli di Stato, 1,3 miliardi le obbligazioni corporate, mentre negativo è stato il saldo delle movimentazioni sui titoli azionari (-314 milioni).
Ma qual è la ragione di questo interesse verso i titoli a reddito fisso, che si sta consolidando a livello europeo?
Obbligazioni, la svolta è stato l’aumento dei tassi di interesse
Le obbligazioni sono strumenti di debito che danno diritto di ricevere un flusso prefissato di pagamenti, che comprendono il rimborso del capitale ed il pagamento degli interessi. Si tratta, quindi, di titoli a reddito fisso perché la remunerazione promessa è predefinita nell’entità e nella tempistica, a differenza dei titoli azionari, che dipendono dal livello di redditività dell’emittente.
Sono strumenti, dunque, utili per ottimizzare i portafogli d’investimento, bilanciando rischio e rendimento.
Negli anni passati, l’interesse verso l’obbligazionario, in particolare titoli di Stato, è stato scoraggiato dal basso rendimento degli stessi. Negli ultimi mesi, invece, l’aumento dei tassi di interesse è stata una svolta, perché ha determinato l’aumento dei rendimenti negli asset più sicuri del mercato obbligazionario, come i titoli di Stato, decretando quindi un maggiore appeal per gli investitori.
Di fatto, in un momento di grande volatilità sull’azionario, i flussi si sono rivolti verso l’obbligazionario, nella forma di titoli di Stato, corporate o ETF obbligazionari, che hanno raggiunto il massimo storico nella prima metà del 2023, perché gli investitori hanno riequilibrato i portafogli, traendo beneficio dall’aumento dei rendimenti.
Cosa accadrà nei prossimi mesi del 2023?
Investimenti e prospettive: la chiave è la diversificazione
Le obbligazioni, se da una parte beneficiano dell’aumento dei tassi di interesse in termini di rendimento, dall’altro hanno come “nemico” principale l’inflazione, in quanto l’aumento dei prezzi erode il potere d’acquisto dei redditi fissi, che non hanno lo stesso ritmo della crescita inflattiva.
Si pensi, ad esempio, alle pensioni, emblema dei redditi fissi, che restano invariate: se i prezzi aumentano, la capacità di acquisto viene man mano erosa.
Tuttavia, a livello europeo, ma anche negli Stati Uniti, l’inflazione sta rallentando la sua corsa, riducendo quindi l’impatto anche sugli investimenti obbligazionari, mentre gli osservatori si aspettano che i tassi di interesse fissati dalle Banche Centrali raggiungeranno il picco nei prossimi mesi. Anche nel secondo semestre 2023, potrebbero quindi crearsi le condizioni favorevoli per i flussi diretti verso l’obbligazionario, replicando i risultati del primo semestre.
Va sempre ricordato, però, che la costruzione del portafoglio di investimenti deve essere fatta non in base al sentiment o ai trend di mercato, bensì alla luce del proprio profilo di rischio e delle proprie aspettative. In questo processo decisionale, che va valutato caso per caso anche col supporto di un consulente finanziario, è sempre utile ricordare che la diversificazione è la strategia principale che permette di spalmare i rischi e bilanciare i rendimenti, in base ai propri obiettivi.
Diversificare tra obbligazionario e azionario, scegliendo asset di settori, latitudini e valute diverse, resta fondamentale per la gestione efficiente del proprio pacchetto di investimenti.
1. “Assoreti: con 2,9 miliardi la raccolta di giugno chiude il semestre in positivo (+2,2% A/A)”, Assoreti, giugno 2023