“Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?” si chiedeva il matematico e meteorologo Edward Norton Lorenz nel 1972. Quella frase, diventata poi nota come effetto farfalla, era stata utilizzata per spiegare che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producono grandi variazioni nei comportamenti a lungo termine di un sistema.
Mai come in questo periodo il mondo sta sperimentando quanto questo principio sia tangibile, non solo in ambito meteorologico.
In una realtà globalizzata, in cui le relazioni commerciali ed economiche superano ogni confine geografico ed amministrativo, non esistono più eventi “locali”, perché le ripercussioni diventano inevitabilmente di portata globale.
Lo si è visto con Covid. Senza entrare nel merito dell’emergenza sanitaria, è emblematico come l’interruzione della produzione e la chiusura dei trasporti1 di alcune zone del mondo (in particolare la Cina) abbiano creato un “collo di bottiglia” che ha bloccato la disponibilità di materie prime in Europa come negli Stati Uniti, generando un’impennata dei prezzi2 e situazioni di crisi per interi settori economici.
Ancor di più, questo sta emergendo con la guerra in Ucraina, che, se pur combattuta in uno spazio geografico limitato, sta influenzando l’andamento dell’economia a livello globale.
Guerra in Ucraina: cosa sta succedendo all’economia europea
Con il conflitto ancora in corso e a fronte dell’impossibilità di prevedere esito e durata, è molto difficile ora poter delineare un quadro completo delle conseguenze economiche del conflitto nel breve e lungo periodo.
Di certo c’è che, alla luce delle prime valutazioni sull’impatto della crisi aperta dall’invasione dell’Ucraina, la Banca Centrale Europea ha già rivisto al ribasso le stime per la crescita del Pil nell’Eurozona3. Se a dicembre, infatti, gli economisti della Bce avevano previsto un’espansione del PIL europeo del 4,2% nel 2022 e del 2,9% nel 2023, ora rispettivamente del 3,7% e del 2,8%.
Secondo la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, l’invasione russa dell’Ucraina sarà “uno spartiacque per l’Europa”, che avrà un impatto concreto sull’economia, determinando l’aumento dell’inflazione ed un rallentamento della crescita economica, per effetto del peggioramento di commercio internazionale e clima di fiducia.
Solo per citare un esempio, il blocco delle esportazioni di cereali e fertilizzanti, per l’effetto combinato di blocco dei porti, sanzioni e contromisure ha compromesso la capacità produttiva dell’agricoltura e dell’allevamento in Russia e Ucraina.
Per ora le sanzioni alla Russia sono state soprattutto di natura finanziaria e non hanno riguardato il gas, per il quale l’Europa è strettamente dipendente da Mosca. Tuttavia, la guerra ha portato ad un incremento dei prezzi, che ha costretto settori energivori, come le fonderie, a pianificare degli stop produttivi per rendere più sostenibili le bollette.
D’altra parte, se nel breve periodo l’impatto sull’economia è già sostanzialmente negativo, non è escluso che, nel lungo periodo, proprio il conflitto in Ucraina dia un nuovo impulso alla transizione energetica, necessaria in Europa per diversificare le fonti di approvvigionamento di energia, con l’effetto di generare una spirale positiva sulla crescita.
L’impatto sui mercati finanziari
Anche i mercati finanziari risentono dello scenario di incertezza determinato dall’escalation di conflitto e sanzioni, nonché del rischio di rallentamento dell’economia reale.
Ad ogni modo, seguendo le analisi che Morningstar elabora settimanalmente proprio per valutare l’effetto della guerra in Ucraina sugli investimenti, emerge che, al netto della grande volatilità che ha caratterizzato l’ultimo mese e dopo un disorientamento iniziale, l’andamento sui mercati finanziari ha ripreso il trend di crescita.
A 14 giorni dall’inizio della guerra, infatti, l’analisi di Morningstar evidenziava4 che le Borse europee stavano pagando il prezzo più alto del conflitto, con il sentiment degli operatori condizionato dalle notizie geopolitiche sulla possibilità che si trovasse una soluzione diplomatica al conflitto. A fronte di ribassi di circa il 5-15% delle azioni globali rispetto all’inizio del 2022, l’atteggiamento di molti gestori di portafoglio è rimasto fluido, in modo da potersi adattare all’evoluzione degli eventi, ma allo stesso tempo fermo sui principi della gestione di lungo termine. D’altra parte, Philip Strahel, responsabile della ricerca globale di Morningstar Investment Management, sottolineava l’importanza di mettere le cose in prospettiva, in quanto alcuni mercati hanno guadagnato oltre il 100% dallo scoppio della pandemia.
Quanto all’esposizione di alcuni gestori verso titoli russi, la scelta in genere è stata di azzerare il valore dei titoli in portafoglio. Tuttavia, l’analisi di Morningstar evidenzia un impatto trascurabile per la maggior parte degli investitori, perché “usando l’indice Morningstar Global markets come proxy di un portafoglio azionario diversificato, la Borsa di Mosca, in termini di valore di mercato, rappresenta appena lo 0,21% di una allocazione con il 60% di equity e il 40% di bond (dati al 31 dicembre 2021). La maggior parte degli investitori sarà esposta di meno, anche se non mancano le eccezioni”.
Già nella terza settimana del conflitto5, sui mercati si è registrato un cambio di passo, con le Borse europee che hanno segnato un recupero significativo, ancora più marcato ad un mese dalla guerra6, quando si è registrata una vera e propria svolta: i listini europei sono risaliti, arrivando a sfiorare i livelli pre-invasione (in euro, al 23 marzo).
Un aspetto molto interessante che sta emergendo è che i fondi ESG siano molto meno esposti rispetto a quelli che non applicano i filtri ESG: le aziende russe, dato il loro minore grado di sostenibilità rispetto ad altre realtà (per l’uso ad esempio di energia fossile), sono di fatto escluse in automatico dai portafogli dei fondi sostenibili.
In uno scenario caratterizzato dall’imprevedibilità cosa devono fare gli investitori?
La tentazione di spostare tutto l’investimento sulla liquidità potrebbe essere la reazione più immediata, che però non mette al riparo dal rischio che l’inflazione, in crescita, porti ad una erosione dei capitali.
In realtà, quando si parla di investimenti, è fondamentale evitare scelte dettate dall’emozione del momento e focalizzarsi sugli obiettivi di lungo periodo.
Inoltre, l’analisi dei mercati evidenzia che, anche in momenti di incertezza, esistono delle opportunità, che si possono cogliere facendo degli aggiustamenti mirati al proprio portafoglio di investimento.
1. “Ingorgo di container nei porti cinesi per focolai di Covid-19 tra portuali. Si teme crisi di Suez”, RaiNews, 11 giugno 2021
2. Giovanni Tria, “Battere l’inflazione eliminando i colli di bottiglia produttivi”, Il Sole 24 Ore, 27 novembre 2021
3. “La Bce taglia le stime di crescita a causa della guerra: Pil al 3,7% nel 2022. Previsioni al ribasso”, RaiNews, 10 marzo 2022
4. Sara Silano, “14 giorni di guerra in Ucraina: cosa abbiamo imparato sui mercati”, Morningstar, 10 marzo 2022
5. Sara Silano, “21 giorni di guerra in Ucraina: cosa è cambiato sui mercati”, Morningstar, 17 marzo 2022
6. Valerio Baselli, “28 giorni di guerra in Ucraina: cosa abbiamo imparato sui mercati”, Morningstar, 24 marzo 2022