Il rendimento quasi azzerato dei titoli di Stato, la necessità di diversificare gli investimenti e la volontà di tutelarsi dai possibili imprevisti hanno portato ad un crescente interesse verso soluzioni assicurative come strumenti di gestione e valorizzazione del capitale.
Spicca, in particolare, il ruolo delle polizze Unit-Linked (ramo III), strettamente collegate a investimenti del risparmio. Secondo i dati comunicati da IVASS, Istituto per la Vigilanza Assicurativa1, nel 2020 il ramo III ha visto una crescita della raccolta premi del +3,6%, pari a +1,1 miliardi di euro. Il dato, già di per sé positivo, è ancor più significativo se paragonato all’andamento generale. La crescita complessiva vita e danni è stata, infatti, di 143,4 miliardi di euro, il 4,3% in meno rispetto al 2019, con le polizze vita cosiddette “pure” di ramo I che si sono ridotte di circa il 10% (-7,5 miliardi di euro): un dato a cui fa da contraltare, appunto, il +3,6% del ramo III.
Il trend registrato nell’anno di piena pandemia prosegue anche nel 2021. Sempre IVASS2 registra che nel primo trimestre 2021 la raccolta premi per il ramo III del settore vita è aumentata del 28,8%, pari a +2,5 miliardi di euro. Una crescita che trascina tutto il comparto vita (+10,8% su base annua), decisamente superiore al +4,3% del ramo I ed al +9,6% dei fondi pensione del ramo VI.
Numeri significativi, dunque, che vanno letti alla luce delle caratteristiche stesse delle Unit Linked.
Cosa sono le polizze Unit-Linked
Le polizze vita hanno svolto storicamente una funzione previdenziale di tutela dell’individuo dai rischi connessi al ciclo della vita. Come rilevato da IVASS, “l’aspetto temporale delle coperture offerte ha posto un’enfasi particolare sulla funzione di intermediazione del risparmio nel tempo, ed in particolare, sul mantenimento del suo valore reale. Queste motivazioni, accanto alla crescente concorrenza di strumenti finanziari con orizzonti d’investimento a medio e lungo termine (vedi ad esempio i Fondi d’investimento), ma non di tutela del rischio derivante dallo stato di natura, hanno spinto le imprese di assicurazione ad offrire prodotti che accanto alla componente puramente assicurativa valorizzassero nel tempo i risultati economici delle polizze offerte”3.
In questo contesto rientrano le Unit-Linked, polizze vita che si caratterizzano per una componente tipica degli investimenti finanziari, in quanto il valore dipende direttamente dalle prestazioni di una attività di riferimento.
Il termine significa “collegate ad una quota”, perché il premio unico o ricorrente versato dall’assicurato alla compagnia viene investito in un fondo comune, gestito internamente o da una società specializzata (a fronte di un costo di gestione). A sua volta il fondo a cui è collegata la polizza può essere connesso ad ulteriori fondi esterni all’assicurazione, come i fondi comuni o i SICAV, fondi comuni di investimento esteri.
Per questo le polizze Unit-Linked vengono spesso classificate negli strumenti misti assicurativi-finanziari.
In fase di sottoscrizione del contratto, l’assicurato può decidere la tipologia di investimento, coerente col proprio profilo di rischio e con i propri obiettivi di rendimento, optando quindi per prodotti con maggiori o minori possibilità di rischio, diversificando il proprio patrimonio su un ampio bacino di mercati e investimenti.
Oltre alla parte più prettamente finanziaria, resta ovviamente la copertura caso morte o ulteriori tutele che possono essere previste dalle diverse soluzioni proposte dalle compagnie.
Personalizzazione, diversificazione, vantaggi fiscali
Agendo come strumenti di investimento, oltre che come polizze vita, le Unit-Linked si configurano come soluzioni per cogliere le opportunità legate alle dinamiche dei mercati finanziari, in una logica di diversificazione del portafoglio.
Lo spirito della polizza è quello di posizionare il portafoglio nel lungo periodo, delegando la gestione degli investimenti nel tempo alla compagnia, che si avvale di professionisti del settore.
La possibilità di scegliere la gestione più adatta al proprio profilo di rischio e all’orizzonte temporale permette di “personalizzare” l’asset allocation, mentre il meccanismo dello Switch (che può essere automatico o su richiesta, in base a quanto previsto dal contratto) consente di passare da una gestione all’altra quando cambiano le condizioni di mercato o quando mutano le esigenze dell’investitore. Questo fa delle Unit-Linked strumenti flessibili, che costruiscono l’investimento su misura dell’investitore.
Inoltre, poiché la destinazione finale sono i mercati finanziari, queste soluzioni consentono di diversificare il portafoglio, cogliendo opportunità derivanti da diversi settori, Paesi, valute, di investire in ambiti nuovi, come quelli legati alle nuove tecnologie o alla sostenibilità, in base agli obiettivi di rendimento che si vogliono raggiungere.
Al contempo, rispetto agli strumenti finanziari tout court, la natura assicurativa delle Unit Linked permette di accedere a tutti i benefici tipici delle polizze, quali ottimizzazione della pianificazione successoria, modifica dei beneficiari nel tempo, differimento dell’imposta sul capital gain al momento del riscatto, esenzione dall’imposizione fiscale in caso di successione.
In tal senso, le polizze Unit Linked si configurano come efficaci mezzi di pianificazione patrimoniale, ma anche strumento di protezione degli attivi da aggressioni di terzi (clausole di impignorabilità e insequestrabilità) e di ottimizzazione fiscale (in fase di trasmissione della ricchezza), nel rispetto della normativa vigente.
Se si guarda in prospettiva, considerando la crescente necessità di gestire i patrimoni accantonati nel periodo Covid e l’esigenza di proteggersi dai rischi, è plausibile pensare che l’interesse verso le Unit Linked sia destinato a crescere quanto più queste soluzioni sapranno soddisfare la duplice esigenza di protezione assicurativa e investimento.