Dopo un maggio estremamente caldo1, l’estate 2022 si sta configurando come una delle più aride e con le temperature più elevate degli ultimi anni in tutta Europa2, con conseguenze negative per l’ambiente e la salute umana, vista la difficoltà addirittura ad accedere ad un bene primario come l’acqua.
Non si tratta di una situazione eccezionale. Secondo l’ultima relazione del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC)3, il riscaldamento globale sta provocando un aumento dei cambiamenti nell’andamento delle precipitazioni, negli oceani e nei venti in tutte le regioni del mondo; in alcuni casi si tratta di cambiamenti irreversibili.
Per quanto riguarda l’Europa, lo stesso IPCC prevede l’aumento della frequenza e dell’intensità dei fenomeni meteorologici estremi, comprese le ondate di calore marine, e avverte che un aumento della temperatura di 2ºC avrà effetti critici per la natura e le persone.
Anche per il mondo assicurativo e finanziario, i cambiamenti climatici stanno diventando una priorità, per due ordine di ragioni.
Investimenti sostenibili contro il cambiamento climatico
Innanzitutto, come investitori istituzionali, le compagnie assicurative possono dare un proprio contributo positivo alla lotta al cambiamento climatico, intercettando la maggiore sensibilità degli investitori privati su questo tema.
Su questo fronte, sono numerosi anche gli adeguamenti normativi previsti dalle istituzioni europee oltre che nazionali, per creare una cornice comune, chiara e trasparente, per gli investimenti ESG. In questa direzione va, ad esempio, il Sustainable Finance Disclosure Regulation (regolamento europeo che ha cambiato l’approccio della finanza alla sostenibilità) così come la tassonomia degli investimenti sostenibili anche per il clima, a cui gli operatori assicurativi e finanziari si devono adeguare.
Il 4 giugno 2021 la Commissione europea ha, ad esempio, adottato il Regolamento Delegato in materia di adattamento al rischio climatico, nell’ambito della tassonomia europea, che stabilisce i criteri di vaglio tecnico necessari a determinare le condizioni secondo cui un’attività economica può essere considerata quale “contributo sostanziale” all’adattamento al cambiamento climatico (o alla mitigazione del rischi connessi) e per determinare se tale attività economica non sia causa di danni significativi ad alcuno fra gli obiettivi di tutela ambientale.
Ma perché l’Europa si occupa così nel dettaglio di investimenti per cercare di invertire la rotta del cambiamento climatico? La ragione è che c’è ormai la consapevolezza dell’impatto su salute, ambiente, ma anche sull’economia.
Secondo i dati forniti dal Consiglio Europeo4, tra il 1980 ed il 2020, oltre 138.000 persone hanno perso la vita nell’Unione Europea per i fenomeni meteorologici e climatici estremi: i Paesi più colpiti sono stati Germania, Italia e Francia.
Inoltre, negli ultimi 40 anni, le perdite finanziarie causate da fenomeni meteorologici e climatici estremi nell’UE a 27 hanno superato i 487 miliardi di euro, molto più di quanto sborsato dall’UE in due anni per tutte le sue politiche e i suoi programmi.
Tuttavia, secondo gli scienziati l’azione umana può cambiare il corso degli eventi. Una riduzione immediata, rapida e su vasta scala delle emissioni di gas a effetto serra e il conseguimento di un saldo netto di emissioni di CO2 pari a zero possono limitare i cambiamenti climatici e i loro effetti.
Ecco perché anche il mondo assicurativo finanziario può giocare un ruolo fondamentale, indirizzando gli investimenti – all’interno di una cornice normativa comune – verso le realtà che possono realmente contribuire a mitigare il cambiamento climatico.
Il monitoraggio del rischio climatico
La seconda ragione per cui il settore è direttamente coinvolto dai cambiamenti ambientali riguarda la gestione del rischio climatico, inteso come l’interazione tra la vulnerabilità agli impatti negativi, l’esposizione del territorio agli impatti climatici e i pericoli provocati dal clima e dai cambiamenti climatici (eventi estremi e tendenza del clima).
Per le compagnie assicurative, esistono in particolare due tipologie di rischi legati al cambiamento climatico.
Quelli fisici sono legati all’impatto che gli eventi meteorologici estremi hanno sugli ecosistemi: uragani o inondazioni che riducono o distruggono la capacità produttiva in ampi spazi del territorio sono ad esempio situazioni “acute”, accanto a cui si possono verificare problemi “cronici” ovvero processi climatici, come la siccità, l’innalzamento del livello del mare, che dispiegano i loro effetti nel lungo periodo. Queste situazioni possono determinare interruzione di attività o la richiesta di risarcimento da parte di molteplici realtà coinvolte dai danni di eventi estremi, che possono stressare il sistema economico, finanziario e assicurativo.
Si parla invece di rischi di transizione per indicare le conseguenze del processo, innescato in Europa a livello globale, per ridurre le emissioni climalteranti. Si veda, ad esempio, la decisione dell’Unione Europea di mettere al bando la produzione di veicoli con motore endotermico dal 2035, che comporterà una rivoluzione nell’ambito dell’automotive.
Tutti questi elementi rendono fondamentale la valutazione e gestione del rischio climatico da parte dei gestori patrimoniali, come le compagnie assicurative.
L’Eiopa, autorità europea di vigilanza delle assicurazioni, nell’ultimo rapporto5 sull’esposizione degli assicuratori europei ai rischi del cambiamento climatico ha evidenziato che, dalla sua analisi su un ampio campione, i gruppi europei e le imprese individuali sono stati storicamente in grado di gestire i sinistri derivanti dalle tre principali catastrofi naturali europee analizzate nel rapporto.
Il report evidenzia che c’è ampia consapevolezza del rischio climatico, perché tutti si aspettano che i vari rami di attività legati al settore property saranno colpiti dai rischi fisici del cambiamento climatico. Condivisa anche la convinzione che le misure di adattamento e mitigazione svolgeranno un ruolo cruciale nel ridurre i livelli di rischio in futuro.
Le compagnie non sono sole, perché l’EIOPA continuerà a collaborare con le autorità nazionali competenti e con il settore per sensibilizzare e contribuire alla preparazione del settore agli effetti dei cambiamenti climatici, a garanzia dei clienti, che necessitano di protezione anche per affrontare la maggiore vulnerabilità a cui il cambiamento climatico li espone.
1. “May 2022, globally joint fifth warmest, heatwave leads to temperature records in southwestern Europe”, Copernicus, 8 giugno 2022
2. “’Marker of climate change’: Europe swelters in record-breaking June heatwave”, France 24, 18 giugno 2022
3. “Sixth Assessment Report”, IPCC, aprile 2022
4. “Vite umane e denaro: il duplice costo dei cambiamenti climatici”, Consilium
5. “Discussion paper on physical climate change risks”, Eiopa, 20 maggio 2022