Robo-advisor o consulenti in carne ed ossa? L’ingresso della digitalizzazione anche in campo assicurativo e finanziario ha aperto il campo non suolo a nuove opportunità di investimento, ma anche alla consulenza digitale che, a partire dal 2008, ha assunto un ruolo sempre più rilevante.
Nel 2020, si stima che attraverso i robo-advisor fossero gestiti 1,4 trilioni di dollari di investimenti a livello globale, con una crescita del 47% rispetto all’anno precedente; per il 2023, si stima che il valore di asset gestiti arriverà a 2,5 trilioni di dollari. Il successo di questi strumenti può essere ricondotto a tre motivi: i minori costi rispetto alla consulenza tradizionale; la disponibilità del servizio a qualunque ora; la possibilità di usufruire di servizi evoluti anche per chi ha portafogli “small”.
Ma i robo-advisor sono per tutti? E quando è meglio affidarsi a consulenti finanziari in carne ed ossa?
Non si può dare una risposta universale, perché ciascuno deve valutare le proprie esigenze, le proprie aspettative e le proprie conoscenze in ambito finanziario. Tuttavia, partendo dal presupposto che la gestione del patrimonio è una materia estremamente importante che può incidere sulla realizzazione del proprio progetto di vita, è opportuno quantomeno fare una valutazione di pro e contro.
Robo-advisor: come funzionano i consulenti online?
Frutto dell’avvento dell’era Fintech, i robo-advisor sono sostanzialmente dei software che, sulla base di algoritmi e modelli matematici, supportano chi vuole costruire e gestire in autonomia il proprio portafoglio di investimento, direttamente online. In genere, queste operazioni avvengono in forma completamente automatizzata, anche se le compagnie fintech dietro a questi robot monitorano sempre l’intelligenza artificiale con degli esperti finanziari.
Secondo la Consob, quello dei robo-advisor è un vero e proprio servizio di consulenza in materia di investimenti, tanto che deve essere erogato da un sito, piattaforma o broker che sia stato autorizzato ad operare con gli investitori.
Pur essendoci molteplici servizi di advisory online, tratto comune a tutti è la possibilità di accedervi semplicemente online, h24, senza limiti di tempo, con costi più contenuti rispetto a quelli previsti da un classico servizio di consulenza.
In base al profilo dell’investitore, valutato tramite un test iniziale che definisce la soglia di rischio, il software gestisce la compravendita dei vari assets e, sulla base del risultato di mercato, riequilibra periodicamente gli attivi del portafoglio per mantenerli secondo le proporzioni definite in un primo momento. Questo permette di garantire che i limiti di rischio previsti per l’investitore non siano alterati dalle fluttuazioni di mercato.
I robo-advisor sono, quindi, il consulente perfetto? In realtà, bisogna considerare alcuni aspetti, che possono configurarsi come dei limiti.
Innanzitutto, la costruzione del portafoglio suggerita dai robo-advisor si limita, in genere, all’asset allocation, ovvero alla ripartizione del capitale in classi di attività finanziarie, senza affrontare il tema di una pianificazione di più ampio respiro, che includa anche il patrimonio immobiliare, la pianificazione previdenziale, l’ottimizzazione fiscale.
Anche l’aggiornamento del portafoglio tiene conto del profilo definito dall’investitore, che potrebbe, però, non avere gli strumenti per interpretare correttamente le proprie esigenze e le proprie aspettative o cogliere l’evoluzione delle proprie esigenze.
La consulenza finanziaria per una gestione completa del patrimonio
Nonostante i timori scaturiti dall’ascesa dei robo-advisor, questa non ha portato a soppiantare i consulenti finanziari professionisti, che anzi, soprattutto dopo COVID, sono ritenuti sempre più fondamentali da chi deve gestire risparmi e investimenti.
In primo luogo, infatti, la possibilità di integrare strumenti diversi, come investimenti, assicurazioni, previdenza integrativa, consente ai consulenti di aiutare privati, famiglie, professionisti a pianificare i loro patrimonio con uno sguardo di lungo periodo, che non si limita all’asset allocation di un momento.
Inoltre, rispetto ai robo-advisor, la relazione interpersonale dei consulenti fisici permette di aiutare l’investitore a gestire le proprie emozioni (paura, eccessiva fiducia), evitando scelte impulsive dettate dal sentiment del momento.
Terzo aspetto, se è vero che l’andamento storico, su cui si basano le analisi per l’asset allocation, è statisticamente utile, è altrettanto vero che la capacità di leggere macro-trend e fare proiezioni nel medio e lungo periodo è un valore aggiunto che la consulenza digitale difficilmente può fornire.
Quello che si sta prospettando non è tanto uno scontro tra robo-advisor e persone fisiche, quanto un’integrazione di questi due mondi.
Ci sono, infatti, esperienze di consulenti finanziari che si avvalgono degli stessi robo-advisor per integrare la propria esperienza ed il fattore umano con uno strumento digitale, capace di effettuare calcoli complessi minimizzando la possibilità di errore.
Lo stesso investitore che vuole scegliere in autonomia può integrare la consulenza tradizionale con quella digitale, beneficiando di entrambe.
Quello che è imprescindibile, invece, qualunque sia la modalità di consulenza scelta, è l’alfabetizzazione finanziaria.
Sia che si opti per l’investimento fai da te con i robo-advisor, sia che si richieda il supporto del consulente finanziario, una conoscenza almeno degli elementi base della finanza (il rischio, il rendimento, l’orizzonte temporale) è propedeutica ad indirizzare il lavoro stesso dell’intermediario per individuare l’investimento più in linea con il proprio profilo.
1. Jastra Ilic, “Robo-advisor Industry to hit $1.4trn This Year”, LearnBonds, 18 giugno 2020
2. “La digitalizzazione della consulenza in materia di investimenti finanziari”, Consob, 3 gennaio 2021