L’attenzione sempre maggiore ai temi ambientali, accelerata da Covid-19, sta indirizzando molti investitori verso strumenti che, direttamente o indirettamente, investono in sostenibilità. I dati di Morningstar1 sono eloquenti. Come già era accaduto nel primo trimestre 2020, anche nei primi tre mesi del 2021 i fondi sostenibili sono stati più popolari tra gli investitori europei rispetto a quelli tradizionali: il 51% dei flussi verso i fondi comuni di investimento e gli Exchange traded fund (ETF) europei si è infatti riversato nelle strategie ESG.
Si tratta di strumenti finanziari che non sono esaustivi di tutti i veicoli di investimento esistenti nei mercati finanziari, ma il dato è certamente significativo di un trend destinato a consolidarsi nel tempo, anche per effetto delle nuove normative europee sulla rendicontazione sostenibile e sulla tassonomia.
Conviene investire in sostenibilità?
A trainare la domanda di investimenti sostenibili c’è, si diceva, la maggiore attenzione verso i temi ambientali e sociali, alimentata dall’emergenza sanitaria che ha messo in evidenza l’interconnessione tra ambiente, salute, qualità della vita.
Tuttavia, sarebbe riduttivo associare l’interesse verso questo tipo di investimento solo a motivi etici o legati a motivazioni strettamente personali, come ha ben spiegato Francesco Bicciato, segretario generale del Forum per la Finanza Sostenibile2.
“Spesso la finanza che tiene conto dei criteri ambientali, sociali e di governance si confonde con la beneficenza, ma è un’idea completamente sbagliata. Investire in questo modo non è solo utile alla società, ma conviene dal punto di vista economico e finanziario. Un numero crescente di ricerche accademiche e di analisi di mercato rileva che negli ultimi anni i rendimenti generati dai prodotti di finanza sostenibile sono cresciuti in linea con quelli dei fondi tradizionali, quando non sono stati addirittura superiori”.
I dati in effetti indicano che gli strumenti che investono in sostenibilità sono quanto meno più resilienti degli altri.
Dal monitoraggio realizzato a giugno 2020 da Morningstar3, società riconosciuta come leader nella fornitura di ricerche finanziarie indipendenti, emerge ad esempio che su 4.900 fondi ed ETF domiciliati in Europa, di cui 745 sostenibili (appartenenti a sette delle categorie più popolari), circa il 59% dei fondi sostenibili ha battuto i corrispondenti tradizionali in termini di performance su un orizzonte di 10 anni (il dato considera solo quelli sopravvissuti negli ultimi dieci anni a fine 2019). Lo studio Morningstar mostra anche più alti tassi di sopravvivenza dei fondi sostenibili rispetto a quelli tradizionali. Il 72% dei comparti lanciati dieci anni fa esiste ancora oggi contro il 45,9% degli strumenti che non integrano i criteri ESG nella costruzione del portafoglio.
Nel 2020, anno in cui anche il settore finanziario ha vissuto i contraccolpi della pandemia globale, sempre Morningstar4 ha rilevato che i panieri che considerano i rischi legati ai fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) hanno dimostrato una certa resilienza agli shock. Lo conferma anche il fatto che il 91% ha perso meno nelle fasi di ribasso degli ultimi cinque anni e che il 75% degli indici Morningstar sostenibili ha battuto i corrispondenti tradizionali.
Diversificare: la strategia per ridurre (anche) i rischi degli investimenti sostenibili
La capacità di integrare l’analisi finanziaria con fattori ESG può spiegare almeno in parte la maggiore resilienza degli investimenti sostenibili anche in periodi ad alta volatilità, come è stato il 2020. Riuscire ad individuare le società più attrezzate a gestire rischi di natura extra finanziaria o quelle meno esposte a sanzioni dei regolatori, problemi reputazionali e conflitti con azionisti, lavoratori o comunità locali, significa trovare società che possono avere buoni risultati aziendali con conseguenze positive su performance e rendimenti per gli investitori. Allo stesso modo, integrando i criteri ambientali, sociali e di governance nella fase iniziale di selezione degli investimenti, si riescono ad anticipare alcune esternalità negative che rendono l’investimento stesso maggiormente rischioso.
Tuttavia, questo non significa che sia possibile cancellare il rischio, che è una componente connaturata con l’investimento.
Anche gli investimenti sostenibili, infatti, si muovono all’interno del comparto finanziario in cui il rendimento è legato all’alea. Per questo, nel processo decisionale per scegliere come allocare il proprio patrimonio, è fondamentale non lasciarsi influenzare da fattori legati all’emotività.
Bisogna sempre ricordare, ad esempio, che lo storico dei rendimenti è utile per avere un’idea delle potenzialità degli investimenti, ma non è rappresentativo dei rendimenti futuri. Nel caso degli investimenti sostenibili, numeri e statistiche dicono che le strategie sostenibili non richiedono un compromesso sui rendimenti, ma resta comunque il dato di fatto che non è possibile basarsi sui rendimenti del passato per fare delle previsioni.
Un approccio più corretto agli investimenti sostenibili, dunque, è quello di considerarli sempre all’interno di un portafoglio opportunamente diversificato, coerente con il proprio profilo di rischio e con le proprie aspettative.
La diversificazione per asset, settori, localizzazione geografica non può garantire l’assenza di perdite, ma contribuisce a proteggere gli investimenti da volatilità e shock di mercato, perché è improbabile che strumenti finanziari diversi possano collassare tutti insieme.
All’interno di una corretta diversificazione del portafoglio, dunque, gli investimenti sostenibili possono rappresentare una risposta per chi vuole investire anche con l’obiettivo di dare il proprio contributo alla sostenibilità ambientale e sociale.
1. Sara Silano, “Perché metà della raccolta dei fondi europei è sostenibile”, Morningstar.it, 3 maggio 2021
2. Elena Comelli, “Investimenti sostenibili? Non è beneficenza “Danno buoni rendimenti e riducono i rischi”, Quotidiano.net, 20 marzo 2020
3. Sara Silano, “Fondi sostenibili vs tradizionali: parlano le performance”, Morningstar.it, 22 giugno 2020
4. Sara Silano, “Gli indici sostenibili passano il test del 2020”, Morningstar.it, 14 aprile 2021