Dopo un anno complesso per i mercati, anche il 2023 si presenta pieno di incognite, tra aumento dell’inflazione, rallentamento dell’economia, relazioni internazionali e tensioni geopolitiche ancora molto critiche.
Lo scenario economico ed internazionale pone, dunque, l’interrogativo su quale sia la scelta migliore per gestire il proprio capitale. Investire o non investire? Chi già gestisce i suoi risparmi può essere tentato dall’opzione di tornare indietro. Chi, invece, si appresta ad iniziare un percorso di investimento può essere scoraggiato dalle notizie sulle prospettive economiche.
Il rallentamento negli investimenti è una dinamica che si registra a fronte di ogni situazione nuova e critica.
Durante la pandemia, ad esempio, in Europa si è registrata l’impennata dei risparmi, trainata dalla riduzione dei consumi determinata dal lockdown e dalla volontà di capire cosa sarebbe accaduto prima di impegnare il proprio capitale.

Optare per il non investimento è già, di per sé, una scelta finanziaria. Ma è davvero quella più efficiente per tutelare il proprio patrimonio?
Gestire il patrimonio in tempo di crisi: come decidere se investire?
Prima di valutare lo scenario internazionale, quando si sceglie se investire è necessario partire da se stessi e riflettere sul proprio profilo di potenziale investitore.
Il focus di ogni decisione deve essere il proprio obiettivo di investimento, qualunque esso sia: protezione del capitale, rendimento, volontà di costruirsi una rendita per integrare la previdenza, gestione del passaggio generazionale, tutela dei propri cari.
L’obiettivo è la bussola che serve per orientare ogni decisione: è solo basandosi su questo che si può capire quale scelta, tra immobilizzare i propri risparmi (sottraendoli ai rischi finanziari, ma esponendoli all’erosione del potere d’acquisto legato all’inflazione) o investire, sia quella razionale, che consente di concretizzare le proprie aspettative.
Gli obiettivi non dovrebbero essere generici ma dovrebbero riflettere le reali esigenze di vita, ad esempio acquistare una casa di proprietà, maturare un capitale per i figli, accantonare risorse per le emergenze. Questo permette anche di individuare un “quantum”, su cui ragionare per decidere se e come investire.
Non meno importante, nella scelta, è l’orizzonte temporale, ovvero il periodo di tempo per il quale si intende rinunciare alla disponibilità finanziaria in vista di un obiettivo futuro. L’orizzonte temporale dipende da diversi fattori, quali l’età anagrafica e le esigenze individuali e familiari. Più si è giovani, più ampio sarà l’orizzonte di investimento (o di non investimento) a disposizione. Se il patrimonio è necessario per affrontare spese famigliari nel breve termine, l’orizzonte temporale si restringe.
Non da ultimo, c’è la propensione al rischio, ovvero la capacità economica ed emotiva di sostenere eventuali perdite. Questo elemento, in particolare, è molto complesso e difficile da misurare, perché dipende dalla percezione del rischio, che a sua volta è legata ad una serie di variabili (quali l’alfabetizzazione finanziaria, l’esperienza pregressa, fattori psicologici, possibili errori comportamentali), che un consulente qualificato può aiutare a definire meglio.
Tuttavia, riuscire a valutare la propria propensione al rischio, insieme a orizzonte temporale ed obiettivo è il punto di partenza per poter assumere una decisione coerente e razionale sulla gestione del proprio capitale, più di ogni altra valutazione sull’andamento dell’economia globale.
Il contesto di investimento: come ridurre il rischio
Il percorso personale nella scelta relativa al se e come investire va inserito, chiaramente, nel contesto internazionale dei mercati finanziari, per capire come modulare la propria decisione di gestione finanziaria.
Uno scenario particolarmente volatile e incerto, come quello degli ultimi anni, può scoraggiare, ma è importante ricordare che volatilità non è sinonimo di rischio e che il mercato non è un monolite, ma è costituito da asset diversi, che registrano andamenti a volte anche molto diversi fra di loro.
In base ai propri obiettivi, orizzonte temporale e profilo di rischio, si possono individuare opportunità di investimento coerenti con le proprie aspettative di rendimento e, allo stesso tempo, adottare strategie volte a minimizzare i rischi.
Poter contare su un orizzonte temporale medio-lungo, sopra i 5 anni, ad esempio, permette di avere a disposizione tempo sufficiente per compensare eventuali performance negative con quelle positive, riducendo il rischio.
Allo stesso modo, una buona diversificazione del portafoglio, in cui può essere contemplata anche la liquidità, permette inoltre di differenziare il proprio capitale, indirizzandolo su asset che hanno rendimenti diversi: questo permette di bilanciare rendimenti ed eventuali perdite.
Inoltre, le compagnie propongono dei prodotti che, oltre ad essere rispettosi del profilo di investimento e studiati per specifici obiettivi di breve, medio e lungo periodo, presentano anche delle opzioni che accompagnano la normale evoluzione delle esigenze dell’investitore, che possono mutare nel tempo.
Il suggerimento, quindi, è di ponderare bene le proprie scelte, senza lasciarsi scoraggiare o, al contrario, trascinare dall’entusiasmo del mercato, ma affrontando le scelte di investimento attraverso un percorso ragionato, in cui si analizzano tutte le variabili personali, di contesto e di prodotto.