Prezzi che aumentano e diminuiscono di molti punti percentuali anche nella stessa giornata, dinamiche difficili da prevedere perché legate ad un contesto imprevedibile quale quello della guerra in Ucraina e degli effetti di sanzioni e contro-sanzioni. Questo il quadro, turbolento, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, che sta impattando anche sull’economia europea e internazionale.
Gli investitori stanno vivendo la sensazione di essere sballottolati dal mercato, caratterizzato da una forte volatilità, ovvero dalle variazioni dei prezzi di titoli, portafogli o indici finanziari, sia al rialzo che al ribasso.
Quali sono le conseguenze? E come difendersi?
Diversificazione e orizzonte di lungo periodo per compensare gli effetti della volatilità
Partiamo col dire che la volatilità è un aspetto del tutto fisiologico nei mercati finanziari. L’andamento dei prezzi, in rialzo o ribasso, è fortemente legato alla fiducia e alle aspettative degli operatori finanziari ed alle loro scelte di vendita o acquisto, laddove ritengano che un certo asset possa risentire, in positivo o negativo, di vicende anche esterne. La guerra in Ucraina, in questo periodo, è una di queste variabili che, per il suo impatto sull’economia, la società, la politica, lo scenario internazionale, non poteva non condizionare anche i mercati finanziari.
Fondamentale è non farsi prendere dal panico e assumere decisioni sulla base dell’onda emotiva.
Gli effetti della volatilità, infatti, possono essere contenuti, se non addirittura annullati, attraverso due strategie di investimento.
Innanzitutto, l’orizzonte temporale gioca un ruolo fondamentale. Se l’orizzonte dell’investimento è di breve periodo, la volatilità può essere effettivamente un rischio, perché c’è poco tempo per riuscire a compensare eventuali cali con i rialzi.
Al contrario, investire per 5, 10 anni o addirittura di più, consente di minimizzare l’impatto che le oscillazioni del mercato hanno sull’investimento. L’effetto delle oscillazioni, in rialzo e al ribasso, tende a compensarsi, minimizzando il rischio della volatilità. “Se non si ha intenzione di vendere, la volatilità non è un grosso problema e anzi può anche essere un’alleata, permettendo di acquistare ulteriori quote di un investimento che rientra nel nostro piano finanziario a un prezzo molto più basso”, spiega Christine Benz, responsabile della sezione Finanza personale di Morningstar.com1.
Altra parola chiave è la diversificazione, ovvero individuare asset diversi per tipologia, collocazione geografica, valuta, settore, tra cui ripartire l’investimento per minimizzare i rischi.
Scegliere attività differenti, il più possibile decorrelate, ovvero indipendenti tra di loro, consente di ridurre il rischio, qualora uno o più degli asset di investimento registrino delle performance negative.
Non lasciarsi prendere dal panico per cogliere le opportunità
Di fronte all’incertezza e alle turbolenze dei mercati la reazione più immediata degli investitori potrebbe essere quella di spostarsi sulla liquidità. Se, tuttavia, l’investitore ha la capacità di rientrare nei propri investimenti al momento opportuno, questa strategia rischia di rivelarsi controproducente, sia perché espone il patrimonio all’erosione del potere d’acquisto dell’inflazione in crescita, sia perché tenere denaro contante per troppo tempo quando si sta risparmiando per il futuro può davvero avere un impatto negativo sui rendimenti.
Un’altra tentazione potrebbe essere quella di non far proprio nulla, aspettando il corso degli eventi. Anche questo atteggiamento può non essere corretto, perché è importante saper leggere il momento e valutare la propria asset allocation alla luce del contesto.
Grazie a strumenti come gli switch, infatti, è possibile riposizionare il proprio portafoglio in modo da mantenere coerente la strategia di investimento col proprio profilo di rischio e con gli obiettivi.
Aggiustare il portafoglio, con il supporto del proprio consulente, consente peraltro di cogliere opportunità emergenti sul mercato. Non tutti gli asset, in effetti, sono penalizzati dallo scenario internazionale, semplicemente perché seguono dinamiche non correlate al ciclo in corso, e pertanto potrebbero rappresentare un’opportunità di investimento, per mantenere o incrementare il proprio capitale.
In generale, è sempre sbagliato agire sull’impulso dell’emotività del momento.
La bussola da seguire non è tanto il contesto esterno, che va comunque analizzato e valutato, bensì i propri obiettivi di investimento. In base a questi, si può analizzare il contesto, rilevare i rischi reali che possono mettere a repentaglio la capacità di raggiungere il propri scopi, ed effettuare gli aggiustamenti necessari per minimizzare i rischi.
Con la giusta attenzione, una buona diversificazione del portafoglio, un orizzonte temporale, gli aggiustamenti, l’individuazione di titoli growth, si può continuare a mantenere il proprio portafoglio di investimento.
1. Valerio Baselli, “Ciò che conta è il rischio, non la volatilità”, Morningstar, 17 marzo 2020