Nel 1945, John von Neumann tradusse, nell’articolo First draft of a report of EDVAC, i principi della Macchina universale nello schema dello stored program computer, che ancora oggi è un riferimento per l’architettura di tutti i tipi di computer. Il contributo di von Neumann è considerato l’inizio dell’era digitale1.
A fine degli anni ’80, solo l’1% dell’informazione mondiale tecnologicamente archiviata, era in un formato digitale. Nel 2007, tale percentuale era già salita al 94%. Per arrivare ai giorni nostri, nel 20212, su una popolazione di 7,83 miliardi di persone, ben 4,66 miliardi di persone accedevano ad internet, il 7,3% in più di gennaio 2020.
Questo breve excursus è utile a evidenziare come la diffusione delle tecnologie digitali sia stata rapida e capillare, probabilmente più di quanto non fosse mai accaduto con precedenti innovazioni tecnologiche.
Digitalizzazione: come cambiano società ed economia
La rivoluzione digitale ha trasformato ogni ambito della vita sociale, lavorativa, economica, politica, relazionale, modificando paradigmi consolidati.
È cambiato, ad esempio, il valore del tempo. La possibilità di accedere alle informazioni in ogni momento ha modificato costumi e comportamenti, in ogni ambito personale e professionale, contribuendo a cambiare il concetto stesso di tempo. Siamo passati da quello scandito dal ritmo della natura nell’era in cui l’agricoltura era l’attività dominante, a quello legato alle esigenze produttive dell’età industriale, al tempo dell’era digitale dominata dalla velocità, grazie alla possibilità di essere sempre connessi e di poter comunicare all’istante con qualunque latitudine.
Altra grande novità della rivoluzione digitale sta nel valore dei dati, definiti il “nuovo oro”3, perché fondamentali per incrementare la competitività delle imprese innovando anche settori tradizionali. Pensiamo, ad esempio, alla manifattura 4.0, in cui l’uso di dati (big data, cloud, open data, Internet of things) consente di migliorare processi e macchinari, per ottimizzare la produzione (stampa 3D, interazione tra dispositivi, robot e realtà aumentata).
Secondo lo studio Keeping Score: Why Digital Transformation Matters di Coleman Parker Research4, su un campione di 1770 responsabili delle linee di business e delle Information technologies in 21 Paesi, le aziende che effettuano investimenti in tecnologie e nuovi modelli metodologici basati sul digitale per trasformare il proprio business hanno ottenuto una crescita media dei ricavi ottenuti da nuovi fonti di business del 37%, un aumento della soddisfazione dei clienti del 40%, la crescita del 33% della velocità di commercializzazione, una migliore esperienza dei clienti per il 74%.
Digitalizzare sembra quindi essere particolarmente importante per le PMI, la cui maggiore efficienza operativa sarà sicuramente un’arma per crescere e competere con le imprese più grandi.
Digital asset per diversificare gli investimenti
Frutto di questa rivoluzione digitale sono i digital asset, ovvero contenuti e tecnologie digitali che abilitano lo sviluppo di servizi e prodotti innovativi. Piattaforme digitali, l’internet delle cose, la tecnologia in cloud (o “nuvola informatica”) e l’intelligenza artificiale sono funzionali, ad esempio, in settori come trasporti, energia, agroalimentare, telecomunicazioni, servizi finanziari, fabbriche e i servizi sanitari. Inoltre, aiutano a ottimizzare la produzione, ridurre le emissioni e i rifiuti, aumentare i vantaggi competitivi delle aziende e portare nuovi servizi e prodotti ai consumatori.
Per la loro capacità di creare valore, i digital asset sono diventati oggetto di interesse anche per gli investitori che vogliono diversificare il proprio portafoglio investendo sulla tecnologia.
Conviene investire nei digital asset? Ovviamente non è possibile fare previsioni, perché gli scenari sono in continua evoluzione. Ci sono, però, almeno due aspetti da considerare.
Primo: la digitalizzazione non sembra essere una bolla pronta a scoppiare, ma piuttosto un trend che sta diventando strutturale, anche alla luce del quadro normativo e dei finanziamenti che l’Europa stessa sta mettendo in campo.
Il Parlamento europeo ha definito, infatti, la trasformazione digitale5 una delle priorità principali dell’UE6 e contribuisce a creare le politiche per rafforzare i mezzi a disposizione dell’Europa nel campo delle nuove tecnologie digitali, offrire nuove opportunità ad aziende e consumatori, creare occasioni di formazione digitale per cittadini e lavoratori, e aiutare la digitalizzazione dei servizi pubblici rispettando diritti e valori fondamentali.
Eventuali crisi possono mettere un freno alla digitalizzazione? Anche in questo caso non è possibile fare previsioni certe.
Se, però, guardiamo al caso della pandemia di COVID, la digitalizzazione si è rivelata, in realtà, la soluzione al problema dell’isolamento. L’Europa stessa ha evidenziato la necessità, dopo COVID, di un piano per la digitalizzazione che guardi al futuro, che dia benefici nel lungo termine sia alla società che alla competitività. Le soluzioni digitali presentano ottime opportunità per la ripresa e la competitività dell’Europa nel quadro economico globale: il piano dell’UE per rilanciare l’economia chiede agli stati membri di investire almeno il 20% dei 672.500 milioni di euro del Dispositivo per la ripresa e la resilienza nel settore digitale.
Soluzioni di investimento focalizzate sui digital asset potrebbero rappresentare, dunque, una buona opportunità per gli investitori che vogliono diversificare il portafoglio, indipendentemente dal ciclo economico. Alla luce dei fondi che Europa e Stati Membri stanno mettendo a disposizione della transizione digitale, nel breve periodo si prevede un’accelerazione della diffusione e dell’uso della tecnologia sia per i consumatori che per le imprese, in scenari positivi tanto quanto in contesti di incertezza, perché il digitale rappresenta comunque uno strumento per ottimizzare costi e risultati.
1. Franco Filippazz, Giulio Occhini, Fulvia Sala, “Tecnologie digitali”, Treccani
2. Matteo Starri, “Digital 2021: i dati globali”, We Are Social, 27 gennaio 2021
3. Robert T. O’Brien, “Data is the new gold”, Deloitte
4. “Keeping Score: Why Digital Transformation Matters”, Coleman Parker Research
5. Per trasformazione digitale si intende l’integrazione di tecnologie digitali da parte delle aziende e l’impatto sociale di queste tecnologie.
6. “Importanza, benefici e politiche dell’UE per la trasformazione digitale”, Parlamento Europeo, 4 maggio 2022