Rendimento, ma anche impegno a migliorare la società. A questo puntano gli investimenti sostenibili, identificati con l’acronimo ESG (Environmental, Social, Governance), che stanno riscontrando un crescente interesse da parte degli investitori. L’attenzione all’impatto che il proprio investimento può avere sulla società e sull’ambiente è una peculiarità propria delle scelte delle donne investitrici, che apprezzano soluzioni in grado di coniugare l’aspettativa di rendimento con il contributo al benessere collettivo.
Se l’ambiente ha ormai assunto un ruolo primario quando si parla di sostenibilità, non di minore importanza è l’aspetto sociale, in cui rientra anche la capacità di appianare le disuguaglianze tra generi, che dispiegano i loro effetti nel corso di tutta la vita, dal mondo del lavoro all’età della pensione.
In questo contesto sta riscuotendo sempre maggiore interesse il Gender Lens Investing (GLI), letteralmente “investimento con la lente di genere”, pratica nata in ambiente anglosassone e che ora inizia a diffondersi in tutto il mondo.
Gender Lens Investing: cos’è e come funziona
Il Gender Lens Investing è l’approccio d’investimento finanziario che ha come obiettivo quello di coniugare il perseguimento di risultati economici con un impatto positivo per le donne. In questo senso rientra nel più ampio settore degli investimenti ESG perché chi investe “con la lente” gender cerca non solo rendimento, ma incide anche in modo significativo sullo sviluppo economico e sociale.
Se l’obiettivo è chiaro, meno semplice è definire cosa voglia dire “l’impatto positivo per le donne” e quali sono i mezzi più efficienti per raggiungerlo. Il tema di definire dei criteri per la sostenibilità non è banale, vista la crescente mole dei flussi indirizzati verso obiettivi ESG. L’Europa, per questo, sta lavorando per definire una tassonomia degli investimenti sostenibili. A riprova di quanto il tema sia complesso, basti pensare che il percorso iniziato nel 2018 con l’Action Plan sulla finanza sostenibile della Commissione Europea ha portato fino ad ora ad individuare criteri solo per la transizione energetica, mentre per attendere indicazioni sugli altri aspetti ambientali e sul sociale bisognerà aspettare ancora molto tempo.
Anche in assenza di criteri sanciti ufficialmente, si sono consolidate ormai delle buone prassi da parte degli operatori che seguono i Principi delle Nazioni Unite1 per la sostenibilità e gli obiettivi dell’Agenda 2030 dello Sviluppo Sostenibile.
In particolare, l’approccio GLI considera alcuni fattori specifici per ridurre le disparità di genere. Ad esempio, punta a:
- promuovere l’accesso delle donne al mercato finanziario;
- selezionare le aziende che hanno leader donna;
- sostenere progetti, attività e servizi che migliorano la salute, il lavoro, l’istruzione e lo stato sociale delle donne.
Perché conviene investire con la gender lens
Gli investimenti sostenibili, tra cui rientrano anche i GLI, non hanno solo un valore etico, ma offrono opportunità di crescita per gli investitori, all’interno di un portafoglio diversificato.
Durante l’emergenza COVID, ad esempio, quando il mondo finanziario ha subito il contraccolpo della pandemia, si è verificato come gli investimenti ESG siano stati maggiormente resilienti2 rispetto a quelli non sostenibili.
Nel caso del GLI, investire in aziende che hanno un’alta rappresentanza femminile e che favoriscono l’inclusione tra diversi generi, può essere un’opportunità di buone performance finanziarie. Diverse ricerche, infatti, da Consob in Italia3 all’Organizzazione internazionale del lavoro4 hanno rilevato che le imprese in cui è maggiore la presenza femminile hanno anche performance migliori. Un’indagine5 della Curtin Business School di Perth ha rilevato che le compagnie guidate da amministratori delegati donna hanno migliorato il proprio valore di mercato del 5%. Inoltre, aumentando di almeno il 10% il numero di donne in altre posizioni di leadership, il valore di mercato dell’azienda migliora del 6,6%. A livello di consiglio di amministrazione, aumentando di almeno il 10% il numero di donne, il valore di mercato dell’azienda migliora del 4,9%.
Inoltre, favorire la riduzione del gender gap nell’ambito dell’istruzione e del mercato del lavoro significa rafforzare lo sviluppo economico, la competitività, la creazione di lavoro ed il PIL, generando crescita per l’economia complessiva. Uno studio dell’Istituto Europeo per l’Eguaglianza di Genere6 evidenzia che: “L’aumento della presenza delle donne nella forza lavoro e l’eliminazione del divario retributivo tra donne e uomini avranno un impatto positivo sulla crescita economica dell’Unione Europea”. Con la riduzione del divario sul tasso di attività, ad esempio, il PIL pro capite dell’UE dovrebbe aumentare dello 0,8-1,5% nel 2030 e del 3,2-5,5% nel 2050, pari ad un aumento del PIL fino a 280 miliardi di euro entro il 2030 e fino a 1 490 miliardi di euro entro il 2050.

L’effetto dell’eliminazione del divario di genere a livello di partecipazione attiva al mercato del lavoro sul PIL pro capite – Istituto Europeo per l’uguaglianza di genere
L’orientamento verso investimenti sostenibili, tra cui l’approccio GLI, si basa dunque su fondamenta solide, che non si limita all’aspetto etico e che fornisce prospettive per cogliere opportunità in grado di valorizzare il capitale nel medio e lungo periodo, anche in ottica previdenziale.
1. “Glossario Finanziario – Principles for Responsible Investment (PRI)”, Borsa Italiana
2. Sara Silano, “Perché i titoli ESG hanno resistito al Covid-19”, Morningstar, 9 settembre 2021
3. “Lo dicono i dati: più donne nei cda, migliori performance aziendali”, Vita.it, 23 novembre 2018
4. Eleonora Angeloni, “Aziende migliori se le donne sono al vertice”, ASviS, 18 giugno 2019
5. “Le manager migliorano le performance delle aziende: in Italia solo il 6% delle prime 100 imprese guidato da donne”, Il Mattino.it, 22 giugno 2020
6. “Vantaggi economici dell’uguaglianza di genere nell’Unione europea”, Istituto Europeo per l’Eguaglianza di Genere