Risparmiare significa rinunciare ad utilizzare una parte del proprio patrimonio nel presente per destinarlo a spese che si affronteranno nel futuro. Dietro questa semplice definizione, ci sono delle implicazioni molto complesse e scelte da cui può dipendere la stessa qualità della vita delle persone.
Perché il sacrificio a cui ci si sottopone nel presente non sia inutile, è necessario che quanto accantonato possa realmente essere sufficiente a coprire gli imprevisti e le necessità future. Altrimenti, ci si troverà nella situazione in cui comunque bisognerà trovare nuove fonti di entrata (prestiti, mutui, alienazione di beni di proprietà), con l’effetto che si è rinunciato a utilizzare il proprio patrimonio nel presente senza riuscire a centrare l’obiettivo prefissato.
La scelta su quantità e modalità di gestione di risparmio dovrebbe essere frutto di una pianificazione di lungo periodo, basata sulla valutazione di entrate presenti e future, sulla capacità di produrre reddito, sulle possibili uscite, anche impreviste. Perché questo processo sia davvero efficiente e produca i risultati attesi, è fondamentale non perdere mai di vista l’obiettivo, ovvero il motivo per cui si risparmia.
Risparmio cautelativo: cos’è e perché aumenta in Europa
In Europa, negli anni di Covid c’è stato un incremento del risparmio privato, sotto forma soprattutto di liquidità.

Particolarmente significativo è che l’incremento dei risparmi abbia riguardato soprattutto gli over 50.

Questa forma di risparmio è soprattutto cautelativo, termine con cui si intende la quota di patrimonio disponibile non utilizzato nel presente per far fronte alle spese del futuro, tra cui un peso preponderante è rappresentato da quelle della salute, soprattutto durante l’età della pensione.
Si è ormai diffusa, del resto, la consapevolezza che la crisi demografica sta diventando sempre più strutturale e che andiamo verso un continente sempre più anziani, dove ci saranno sempre meno giovani che potranno lavorare e garantire la copertura degli attuali sistemi previdenziali e sanitari.
Gli Stati potrebbero quindi far fatica ad adeguare le politiche di welfare ai nuovi fabbisogni, per cui è difficile capire oggi se ci sarà una rete pubblica sufficiente a coprire le spese assistenziali per la non autosufficienza o se si dovrà ricorrere alla spesa privata.
In questo contesto, il risparmio cautelativo rappresenta un “rifugio”, che però rischia di non essere sufficiente.
Risparmio cautelativo per la terza età: quali alternative?
Tra farmaci, assistenza specializzata, rette per le strutture di cura, le spese per la non autosufficienza possono arrivare a parecchie migliaia di euro all’anno per molti anni.
Accantonare una quota del reddito per garantirsi una copertura di tali uscite nel futuro significa richiederebbe una adeguata programmazione, perché il sacrificio nel presente sia effettivamente utile a coprire le esigenze future.
In altre parole, il risparmio cautelativo fai da te, quello cioè basato sul metter da parte in modo estemporaneo una quota del reddito, su conti correnti o depositi bancari, potrebbe essere un esercizio virtuoso, ma non efficiente, senza una adeguata pianificazione che consenta di raggiungere la cifra necessaria a sostenere le spese reali.
Inoltre, lasciare i risparmi in forma liquida invece che investirli, se da una parte potrebbe essere vista come la soluzione per sottrarre il proprio patrimonio dalla volatilità dei mercati in momenti di incertezza (come Covid o la guerra), dall’altra non scongiura il rischio di erosione del potere d’acquisto determinato dall’aumento dell’inflazione.
Affidare, dunque, le proprie aspettative al risparmio cautelativo rischia di essere un sacrificio inutile.
Quali alternative?
Innanzitutto, una gestione che possa valorizzare i risparmi, attraverso investimenti diversificati e con un orizzonte di lungo periodo, consente di ridurre il rischio di volatilità e cogliere le opportunità di investimento che emergono da diversi asset e diversi Paesi del mondo, per raggiungere i propri obiettivi di investimento anche in ottica di avere un capitale o una rendita per la terza età.
In secondo luogo, dotarsi di soluzioni assicurative che garantiscono una tutela specifica per la non autosufficienza, fornendo gli strumenti per affrontare periodi in cui ci saranno molte spese ed entrate fisse, è una soluzione che consente di non erodere i risparmi.